venerdì 21 giugno 2019

Viaggio alla scoperta dei colori della Puglia meno conosciuta



La Puglia non finisce mai di stupire persino il suo più assiduo visitatore con i suoi colori, che cambiano da zona a zona, passando dalla costa all'entroterra.




Nella parte più interna della provincia di Foggia, distante dal mare azzurro del Gargano, si incontra un'immensa distesa verde, composta da pianure e da boschi, che circonda il borgo di San Marco la Catola,  in un territorio dal profilo geometrico irregolare. Si sa che  il verde è la somma di blu, tinta che esprime calma assoluta, e di giallo, che indica energia pura, quindi regala calma e un effetto rasserenante. 

Non solo per questo è il colore più rilassante, lo è anche perché è il più semplice, per l’occhio umano, da rielaborare. Ecco perché un soggiorno a San Marco La Catola è un'esperienza così riposante. Verdi distese ondulate a perdita d'occhio si alternano a fitte boscaglie quasi impenetrabili. 

Le origini del borgo risalgono al medioevo ma non si hanno notizie certe sui suoi fondatori: alcuni storici sostengono che sia stato fondato nel Duecento da crociati reduci dalla Terra Santa, mentre secondo altri furono i profughi della vicina Montecorvino, distrutta da Ruggero II d’Altavilla, a fondare il paese nella prima metà del XII secolo. Altri ancora, invece, sostengono che a dare origine al paese furono i superstiti alla peste che colpì la Daunia durante la metà del Trecento.

San Marco la Catola ha seguito nel corso dei secoli la storia del territorio circostante, assoggettato a tanti popoli diversi,   come    normanni, 

svevi, angioini e aragonesi, a cui subentrarono, a partire dall’inizio del XVI secolo, prima gli spagnoli, poi gli Asburgo e i Borboni fino all’unità d’Italia. Dalla fine dell'Ottocento e soprattutto negli anni Cinquanta del Novecento il paese ha conosciuto una notevole emigrazione verso paesi esteri e gli abitanti oggi non raggiungono le mille unità. Il borgo si ripopola in estate, quando le famiglie degli emigrati tornano e riaprono le loro case.





Camminare lungo le viuzze strette del borgo, tra portali e stemmi prestigiosi, permette di respirare una storia secolare. 

Una visita suggestiva, anche per chi non crede, è senza dubbio consigliata al Santuario Madonna di Giosafat e al Convento dei Frati Minori Cappuccini. 




Nel convento, risalente al 1585, soggiornò padre Pio da Pietrelcina negli anni 1905-1906 e poi nel 1918. Tutto è rimasto intatto come il Santo lo ha lasciato: quindi si possono vedere ancora la sua sobria celletta, i suoi libri e i suoi effetti personali. 

Nella parte alta il  Palazzo ducale, detto  castello, un tempo proprietà della nobile famiglia napoletana dei Pignatelli, feudatari di San Marco la Catola, fu probabilmente ampliato in più fasi. Oggi in rovina, si presenta come un palazzo fortificato circondato da mura munite di bastioni e contrafforti. Ma presto accurati restauri lo riporteranno agli antichi splendori e sarà destinato ad attività culturali 

La seicentesca Chiesa Madre San Nicola di Mira, conserva le reliquie di vari  santi Martiri, come Liberato, il patrono del paese.

Da visitare anche la  Cappella dell'Annunciazione, annessa all'ex Palazzo dei Marchesi Mazzaccara (XVIII - XIX sec.) poi Episcopio estivo del Vescovo di Lucera, oggi sede dell'associazione privata di fedeli denominata Comunità delle Piccole Ancelle del Cuore Immacolato di Maria.
Non solo storia a San Marco la Catola, ma anche attrazioni naturalistiche, come il  Bosco di San Cristoforo, che presenta varie specie arboree ad alto fusto e alcune grotte di antica origine, mentre i sentieri, dato l'aspetto selvaggio e incontaminato del territorio, sono adatti agli appassionati di trekking  più esperti. Chi non se la sente di avventurarsi da solo può rivolgersi alle guide della Cooperativa Gran Burrone.






Tra gli eventi e gli appuntamenti tradizionali che scandiscono il calendario del borgo, il 19 agosto si celebra la festa del Patrono, San Liberato Martire. Per l’occasione viene allestita la fiera di San Liberato. 
Il giorno successivo viene organizzata la giostra della jaletta, una gara medievale tra i vari rioni del borgo.

Si tratta di un torneo equestre che secondo la tradizione risalirebbe al periodo medievale e si sviluppa attorno ad una tinozza di legno a doghe con al di sotto una fessura ad anello: la jaletta. Per l’occasione si affrontano 4 cavalieri per ognuno dei 7 rioni nel tentativo di infilare la verga nella fessura posta sotto la jaletta, che, riempita d’acqua, è appesa ad una fune tra due balconi.

Consigli per alloggiare:
B&B Valle Saccone Tel. 329 008 3697
Relais San Pietro www.relais-celenza.it


Fabrizio Del Bimbo 


Foto di Nicoletta Curradi 


giovedì 9 maggio 2019

Provincia Granda paradiso outdoor

Nella cornice del Grand Hotel Baglioni di Firenze, presentata l’offerta turistica della Provincia Granda.





Mercoledì 8 maggio, il Comitato per il Turismo Outdoor in Provincia di Cuneo, che vede unite l’ATL del Cuneese, l’Ente Turismo Langhe Monferrato e Roero, la Camera di Commercio di Cuneo e la Fondazione CRC, ha incontrato le redazioni giornalistiche del centro Italia per la presentazione dell'offerta turistica outdoor della Granda. Il Comitato, nato nel 2013 con l’intento di promuovere congiuntamente l’offerta turistica outdoor del Cuneese attraverso progetti volti a valorizzare l’offerta turistica e l’organizzazione di eventi sportivi, coltiva l'ambizioso progetto di valorizzazione del turismo outdoor innovando anche l’approccio organizzativo e di comunicazione delle manifestazioni legate alle attività sportive all’aria aperta.



Langhe Monferrato e Roero e le aree montane e di pianura del Cuneese vantano un ricco patrimonio paesaggistico-naturalistico, enogastronomico e culturale sul quale si basa l’offerta outdoor dedicata non solo agli sportivi allenati, ma anche alle famiglie ed ai semplici appassionati. Un’occasione unica, quella fiorentina, per presentare dunque le offerte di divertimento, movimento all’aria aperta, emozioni, cultura, arte, paesaggio ed esperienze enogastronomiche che contraddistinguono il nostro territorio.



A presentare l'offerta outdoor delle Langhe, del Monferrato e del Roero, il Presidente dell'Ente Turismo Luigi Barbero: "Nel nostro territorio collinare, tradizione ed innovazione sono state premiate dall’UNESCO con il riconoscimento a Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Chilometri di sentieri tra boschi e vigneti, tartufaie e rocche naturali alla scoperta di scorci mozzafiato, da percorrere a piedi, in bici (MTB o e-bike) o a cavallo; numerose strade asfaltate che collegano i piccoli borghi da esplorare in moto, in bicicletta e, perché no, di corsa."



"Le Alpi di Cuneo, paradiso per gli amanti dell’outdoor in ambienti incontaminati, con i suoi Parchi, le Riserve naturali, i torrenti che corrono impetuosi dalle vette alla pianura solcando il terreno e accarezzando borgate alpine prima e città d’arte poi, ma ancora ferrate e falesie da arrampicare, percorsi per trekking, cavallo e MTB, colli da vivere in sella alla moto o alla bicicletta - ha dichiarato il Presidente dell'ATL del Cuneese, Mauro Bernardi - rappresentano un’offerta turistica a 360°, da vivere in tutte e quattro le stagioni dell’anno, grazie anche all’organizzazione di eventi sportivi di livello nazionale ed internazionale." "Tra le offerte per gli amanti dell’outdoor - ha continuato il Consigliere Paolo Bongioanni - da non perdere la Via del Sale, percorribile a piedi, in MTB o e-bike, in moto o su 4x4 (la viabilità per i mezzi a motore è contingentata) dalle montagne di Limone Piemonte al mare della Liguria o della Costa Azzurra, la Roa Marenca con i suoi passaggi sulle antiche strade del commercio del sale, l’Intervalliva, il percorso che unisce il Comune più a sud del Cuneese, Alto, con quello più a nord, Bagnolo Piemonte, con 350 km di strada, 9.500 m di dislivello positivo, 13 colli e più di mille curve, o ancora il Landandé che soddisfa la voglia di pedalate intorno al Santuario Regina Montis Regalis che vanta la cupola ellittica più grande al mondo (kalata.it), il Pianoro della Gardetta accessibile in bici dalle Valli Stura, Grana e Maira, il Mombracco meglio conosciuto come “La montagna di Leonardo” con i suoi percorsi per il trekking e per le pedalate fino al Giro del Monviso che, grazie ai tanti  itinerari che attorno ad esso si sviluppano, permette di apprezzare il “Re di Pietra”."



Il Comitato cura il portale web www.wowoutdoor.it, attraverso il quale il territorio si propone al mondo in modo coordinato e congiunto come meta perfetta per le vacanze all’aria aperta, proponendo i principali eventi sportivi del territorio ed informando i visitatori sulle attività e sulle modalità di fruizione dei servizi per lo sport (ad esempio i noleggiatori di MTB ed e-bike).



Beppe Artuffo, Presidente del Comitato per il Turismo Outdoor in Provincia di Cuneo ha così concluso: "Il turismo outdoor completa pienamente l'offerta turistica della nostra area, destagionalizzando le iniziative principali dei singoli territori, montano e collinare, rappresentando quindi un collante utile per uno sviluppo turistico a 360°. Importante è il coordinamento di eventi sportivi di rilievo nazionale ed internazionale. In particolare, poi, il Comitato continuerà il proprio impegno a sostegno delle attività di educational per far sì che operatori e giornalisti possano conoscere direttamente le nostre eccellenze".



Al termine della presentazione stampa, i giornalisti ospiti sono stati deliziati con una degustazione di prodotti e vini d’eccellenza della provincia di Cuneo coronata dalla preziosa partecipazione dei Consorzi di tutela dei formaggi Bra e Raschera DOP. Presenti, sui piatti dei commensali anche il Crudo di Cuneo Dop, le Nocciole Piemonte Igp, la Mela Rossa Cuneo Igp e il Salame Piemonte Igp omaggiati dagli omonimi Consorzi. I piatti sono stati accompagnati dai pregiati vini forniti dall'Enoteca del Roero. Franco Biraghi, Presidente dei Consorzi di tutela dei formaggi Bra e Raschera DOP, nonché Presidente della sezione Alimentare di Confindustria Cuneo ha dichiarato: "Abbiamo stipulato un patto di amicizia tra i Consorzi di tutela delle eccellenze della provincia Cuneo, lanciando il progetto Cuneo in Tavola. Il nostro impegno comune va nella direzione di presentare al mercato internazionale, in modo unito e coeso, la preziosa enogastronomia cuneese."



La cena è stata sapientemente preparata e presentata dallo staff di chef cuneesi composto da Andrea Bertolino, Mario Berutti, Sabrina Musso e Roberto Ponzo. 

Fabrizio Del Bimbo