Nicoletta Curradi
Nicoletta Curradi
SENTIERI DI GUSTO
AL VIA IL CAMMINO DEL BITTO E VALTELLINA CASERA
TRA NATURA, TRADIZIONE E GUSTO: SETTE TAPPE DA NON PERDERE TRA I BORGHI DELLA VALTELLINA
Al via il cammino creato dal Consorzio per la tutela dei formaggi Valtellina Casera e Bitto per scoprire i luoghi e i segreti dei due formaggi DOP
Disponibile online e nei punti turistici la guida pocket “I Sentieri di gusto: viaggio in 7 tappe alla scoperta delle DOP Valtellina Casera e Bitto”
Borghi storici e montagna, pizzoccheri e Sciatt, terrazzamenti e vini di grande struttura ma soprattutto…formaggi da assaporare in alpeggio e in latteria. È solo un assaggio delle emozioni da vivere grazie al primo cammino del Valtellina Casera e Bitto Dop, realizzato dal Consorzio per la Tutela dei due formaggi. I “Sentieri di gusto”, prevedono sette percorsi enogastronomici e culturali tra i borghi e gli alpeggi più caratteristici delle due produzioni casearie simbolo della Valtellina. Sette tappe che saranno raccontate attraverso il booklet “Sentieri di gusto”, a disposizione dei turisti nei punti informativi e negli enti turismo locali e scaricabile dal sito https://www.ctcb.it/sentieri-di-gusto.
Un’occasione per scoprire terrazzamenti storici della Valtellina e borghi fuori dalle consuete rotte turistiche, come Chiuro o Morbegno, ma soprattutto per scoprire segreti e luoghi di produzione del Valtellina Casera, il re dei formaggi valtellinesi di latteria, e del Bitto, il re dei formaggi di alpeggio estivo, prodotto con latte appena munto e lavorato nelle baite a 1400 metri di altezza. Un modo per apprezzare cucina e tradizioni tramandate dalle genti che della Valtellina hanno fatto, da generazioni, la loro terra: uomini e donne, casari e pastori che, ancora oggi, col loro amore e la loro esperienza, restituiscono formaggi unici al mondo.
Si parte da Chiavenna con i suoi crotti, gallerie rocciose naturali in cui la temperatura costante (tra i 4° e gli 8° per tutto l’anno) garantisce il clima ideale per la stagionatura dei vini ma anche dei formaggi, per arrivare a Morbegno, che da oltre 100 anni ospita la mostra del Bitto e una delle sue più antiche botteghe. Qui ha sede anche la fattoria La Fiorida, dove la filosofia della filiera corta si sposa con albergo di charme, centro benessere e stella Michelin (ristorante la Presef), o la Latteria Sociale della Valtellina, dove ammirare antichi strumenti in legno e la coldera, la grande marmitta in rame dove si preparavano formaggi, e fare scorta di prodotti caseari. Andando verso Albaredo, nel Parco delle Orobie, immancabile la sosta in alpeggio al rifugio Alpe Piazza, per assaggiare il Bitto e sperimentare un volo in elicottero verso il ghiacciaio perenne del Monte Disgrazia. Si prosegue con il borgo antico di Chiuro per una visita all’omonima latteria sociale pluripremiata al concorso del Bitto (per il Bitto 2020, per il Valtellina Casera giovane e per quello con una stagionatura fino a dieci mesi).
Nelle vicinanze, Teglio: uno dei borghi più belli d'Italia e patria indiscussa del pizzocchero, sede dell’Accademia del Pizzocchero oggi conosciuta in tutta Italia.
A Tirano, fa tappa il mitico trenino rosso del Bernina, la tratta ferroviaria più alta delle Alpi e una delle ferrovie ad aderenza naturale più ripide del mondo. Imperdibile la via dei terrazzamenti che modellano la montagna in un cammino di 70 chilometri sorprendente per i suoi spettacoli naturali: un itinerario dove ci si perde tra vigneti e muretti a secco e lungo il quale assaggiare vini identitari come il Sassella, l’Inferno e lo Sforzato, in abbinamento ai formaggi Bitto e Valtellina Casera.
Per chi ama l’archeologia, c’è il Parco delle Incisioni Rupestri con la Rupe Magna di Grosio, tra le più grandi rocce incise nell’arco alpino: con oltre 5.000 figure di lottatori e animali che risalgono al Neolitico, è uno dei luoghi più visitati in Valtellina. Infine, Bormio con le sue terme, i profumi e colori delle 2.500 specie vegetali raccolte nel giardino botanico alpino Rezia e il suo Braulio, il liquore tipico della zona, e Livigno. Incastonata nell’angolo più settentrionale della regione, è una località perfetta per escursioni in mountain bike, trekking (ad esempio in Val Saliente, Val di Viera, Sorgente Solforosa) e arrampicate, tanto da essere soprannominata in Lombardia, il “Piccolo Tibet”. I più pigri, potranno arrivare al Crap de la Parè un balcone naturale a 2.400 metri che offre la vista panoramica più bella del paese.
“Gli itinerari del gusto rientrano all’interno della campagna di promozione “Alle origini del Gusto” e nel piano strategico di investimenti sul territorio per il biennio 2021-2022 del valore complessivo di 600mila euro, annunciato lo scorso maggio. Il nostro obiettivo è sviluppare un’offerta turistica a 360°, di un territorio che conta quasi 1.200 attività ricettive e che nel 2019, pre-pandemia, aveva registrato tre milioni di presenze con un aumento di quasi un terzo rispetto al 2017, grazie ad una offerta che si sviluppa principalmente tra Madesimo, Bormio con le fonti termali, e Livigno (report di The European House – Ambrosetti),valorizzando anche l’offerta gastronomica che i nostri allevatori, produttori e stagionatori, piccole e grandi aziende zootecniche, latterie di paese e moderni caseifici offrono, portando avanti una tradizione millenaria” -ha spiegato Vincenzo Cornaggia, Presidente del Consorzio CTCB.
I percorsi, raccontati attraverso una cartina e a disposizione dei turisti nei punti informativi e negli enti turismo locali, saranno pienamente fruibili online anche da smartphone e tablet. Un modo per avere informazioni turistiche sui borghi, suggerimenti sui percorsi (montani, religiosi e culturali), una panoramica delle eccellenze enogastronomiche e il calendario degli eventi estivi.
Ecco gli itinerari più suggestivi e appetitosi per scoprire il meglio della Valtellina e nutrire tutti i sensi:
Tappa #1: Chiavenna
NEL CUORE DEL CROTTO OMBRA, DOVE DA SECOLI SOFFIA IL SOREL
La prima tappa è Chiavenna, piccola cittadina situata al centro della valle omonima.
Chiavenna è il paese dei crotti, gallerie rocciose naturali formatesi da antiche frane e dove da sempre soffia il Sorel, una corrente d'aria fredda naturale proveniente dalle viscere dei monti che mantiene una temperatura costante tra i 4° e gli 8°C sia in estate che in inverno per tutto l’anno. La temperatura ideale per la stagionatura dei formaggi, come il Bitto e Valtellina Casera. All’interno di un crotto si legge il motto: Si beve vino e si tiene scuola di umanità. Molti crotti offrono uno spazio per degustazioni, ideali per ristorarsi con un buon bicchiere di vino e un tagliere assortito di salumi e formaggi, per ritrovare la giusta carica e proseguire l’esplorazione di Chiavenna. Alla Latteria Carden all’Alpe Teggiate sul Monte Spluga, vicino Madesimo, tutto è d’autore: dall’insegna ai formaggi. Merito del casaro-artista Felice Codega e di suo figlio Simone, che proseguono la tradizione di famiglia lavorando il latte d’alpeggio per farne Bitto D.O.P.
Tappa #2: Morbegno
UN GIOIELLO TRA LE ALPI: QUI IL BITTO VA IN MOSTRA
Nel 2019 è stata città alpina dell'anno ed è il centro principale della bassa Valtellina: Morbegno è un piccolo gioiello circondato dalle Alpi. Qui scorre il fiume Bitto, che segue le valli di Gerola e San Marco. Attraversando il ponte troverete uno storico negozio alimentare: nella sua cantina viene stagionato il Bitto. Da oltre cent’anni, infatti Morbegno ospita a ottobre, la Mostra del Bitto, un appuntamento immancabile per tutti gli appassionati della montagna e della Valtellina. A pochi km da Morbegno, una tappa obbligata è l’azienda agrituristica La Fiorida, dove è possibile visitare la stalla, nonché assistere alla produzione del formaggio e degustarlo. Qui è possibile anche soggiornare presso l’agriturismo di charme con Spa, che utilizza i prodotti dell’azienda agricola per una vacanza all’insegna delle quattro stagioni. Da non perdere oltre ai formaggi, il gelato, home made! Altro spaccio della zona è la latteria Valtellina di Delebio, importante per la produzione del Valtellina Casera e per la stagionatura del Bitto, dove è possibile fare visita al museo della produzione casearia con diversi strumenti in legno e la coldera, la grande marmitta in rame usata per la preparazione dei formaggi. Per chi vuole concedersi invece una visita in alpeggio il rifugio Alpe Piazza, nell’omonima località a 1.835 m s.l.m., nel Comune di Albaredo per S. Marco è attrezzato per offrire pranzi nella natura con tavolate di oltre 40 persone.
Tappa #3: Ponte in Valtellina e Chiuro
TRA CASE NOBILIARI, CORTILI E PIZZOCCHERI
Chiuro è un borgo antichissimo con resti risalenti alle età preistoriche. Antico anche il suo nome: ciür, come suona in dialetto, o Clure di origine ligure o reto-etrusca. Qui è d’obbligo una visita allo Spaccio
della Latteria Sociale di Chiuro, dove è possibile acquistare i prodotti dell’azienda, pranzare e conoscere meglio le produzioni locali. Lo spaccio ospita una stuzzicheria al secondo piano, dove pranzare e degustare un fresco gelato artigianale. Oltre a produrre formaggi, la Latteria di Chiuro ha sviluppato una linea di yogurt dai gusti freschi e genuini; collabora inoltre con una cooperativa sociale valtellinese, che produce ottime confetture extra di frutta. Nelle vicinanze merita una visita Teglio, uno dei borghi più belli d'Italia caratterizzato da bellezze naturali e culturali, nonché patria dei pizzoccheri, piatto simbolo dell’intera Valtellina e la cui ricetta è tutelata dall'Accademia del Pizzocchero. Da non perdere la festa del pizzocchero in programma dal 26 al 28 luglio ai piedi della torre medievale di Teglio. Durante la festa oltre ai pizzoccheri interamente preparati sul posto, come tramandato da generazioni, si potranno gustare gli sciatt, carne alla piastra, salumi e formaggi valtellinesi.
Tappa #4: Tirano
TRA ITALIA E SVIZZERA, LUOGO D’INCONTRO TRA DUE CULTURE
Al confine con la Svizzera, Tirano, abbracciata dalle ripide montagne e da estesi vigneti. Eletta “Città Slow” e “Città del Vino”, è la meta ideale per trascorrere qualche giorno per rigenerare il corpo e la mente con l’aria fresca di montagna e i sapori genuini della cucina tradizionale. Perdetevi tra i palazzi nobiliari, le piazzette e vicoli dal sapore antico e fermatevi ad ammirare il Santuario della Madonna di Tirano. Qui, il 29 settembre, i panifici realizzano un dolce lievitato chiamato lo scudo di San Michele. Diviso in spicchi, uno di questi contiene un fico; la tradizione vuole infatti che il veggente, il Beato Mario Omodei, avesse con sé un cestino di fichi. Chi lo trova sarà fortunato. Provate il Bitto e il Valtellina Casera insieme al miele o alla frutta secca, l’ideale per esaltare al massimo il gusto di questi due formaggi. A Villa di Tirano, antica Pieve, si trova l’Azienda agricola La Motta di Stefano Rumo dove oltre all’attività produttiva di deliziosi formaggi e prodotti tipici, c’è un centro ippico attrezzato per il trekking a cavallo e in carrozza, oltre che per i laboratori con i cavalli per grandi e piccini. Una volta riempito lo stomaco, proprio da Tirano si può salire sul Trenino Rosso del Bernina lungo la Ferrovia Retica, Patrimonio dell’Unesco dal 2008 e collega la località valtellinese a 492 metri di quota, con Saint Moritz.
Tappa #5: Grosio
UNO SCRIGNO DOVE RISPLENDONO I SECOLI DELLA VALTELLINA
Vero e proprio scrigno, Grosio è un borgo molto antico che custodisce i secoli della Valtellina, a partire dal Parco delle Incisioni Rupestri dove sulla Rupe Magna sono state rinvenute oltre 5.000 incisioni di carattere sacro e dedicate a scene di vita quotidiana risalenti al'età del bronzo. A Grosio è possibile visitare due veri e propri castelli medievali, in quanto Grosio è stato parte del feudo dei Valvenosta del XI secolo, e XIV secolo. Da Grosio si può vivere l’esperienza dell’alpeggio raggiungendo l’alpe Boron e l’alpe Malghera, dove a 1.964 metri si produce il Bitto. Proprio in località Malghera che si svolgono feste tradizionali da non perdere: la caratteristica festa di apertura dell’alpeggio i primi di giugno, la solenne festa della Madonna Assunta il 15 agosto e la festa della chiusura dell’alpeggio la seconda domenica di ottobre.
Tappa #6: Bormio
AL RINTOCCO DELL’ANTICO KUERC, TORRE DELLE ORE SENZA TEMPO
Che sia per sciare, andare in mountain-bike o semplicemente camminare, non potrete andare via da Bormio senza prima aver fatto tuffo alle Terme. Bormio è un gioiellino dove ai resti medievali si mischiano a quelli del XIV-XVI secolo, epoca d’oro del contado, e in cui potrete incontrare numerosi edifici civili e religiosi oltre al Kuerc, la torre delle ore del XV secolo dove il consiglio cittadino amministrava la giustizia, che assieme alla Torre della Bajona che lo sovrasta, è il simbolo stesso di Bormio. Fermatevi alla vecchia farmacia Peloni, dove è nato il famoso amaro locale Braulio. Vallate verdi di pascoli e ricche di malghe, al confine con la Svizzera e a pochi chilometri da Bormio e dal passo dello Stelvio, dove potrete godere di un panorama mozzafiato. Inoltre, tra le tante attività proposte, anche quella di scoprire la vera vita degli alpeggi e vivere l’esperienza di mungere insieme ai pastori, lavorare il latte e fare i formaggi insieme al casaro, aiutare a fare il fieno e a curare gli animali, imparare a sellare un cavallo, come sull’alpeggio della famiglia Pedranzini, dove nel pieno rispetto della tradizione, si producono da generazioni ottimi formaggi e salumi, insieme ad altri prodotti di altissima qualità e dove d’estate si produce il Bitto.
Tappa #7: Livigno
UN PAESE FATTO DI CASE DI LEGNO, CUSTODE DELLA TRADIZIONE DELLA MONTAGNA
L’ultima tappa del viaggio ci porta in Alta Valtellina, a Livigno, il piccolo Tibet lombardo. Meta ideale per ogni stagione, a Livigno è impossibile annoiarsi: dallo sci alla mountain-bike, dal trekking alle passeggiate a cavallo tra l’Italia e la Svizzera, allo shopping, a Livigno non si paga l’IVA. Per via dell’altitudine a cui il paese è situato (a circa 1800 m di quota) e della posizione che la isolava per molti mesi l’anno, il borgo è realizzato completamente in legno e materiali reperibili in montagna, caratteristica unica che vi lascerà a bocca aperta.
Vicino alla chiesa parrocchiale, verso via Pamont, una deliziosa struttura in legno ospita la Latteria di Livigno, che dal 1954 produce prodotti tipici. A 1.816 metri di altezza, la Società Agricola di Silvestri Giorgio & C. custodisce il foraggio col quale produce Bitto, Primofiore, Scimudin, burro, ricotta e formaggi dal profumo inconfondibile, fatti con latte proveniente da bovine di razza bruna italiana. Per gli amanti delle emozioni d’alta quota a Livigno, a ben 2200 metri d’altezza, c’è poi l’Alpe Federia con un agriturismo, che offre ai suoi ospiti oltre alla possibilità di mangiare e alloggiare anche quella di visitare un vero alpeggio e scoprire dal vivo come nasce il più pregiato formaggio della tradizione. Con un’oretta di cammino tra boschi di conifere e prati fioriti, è possibile raggiungere l’Agriturismo Alpe Mine, dove in estate vengono condotti gli animali per la produzione del Bitto. L’agriturismo accoglie anche gruppi, per un’allegra cena in compagnia tra amici.
to DOPAlpeggio e natura
Bitto DOPAlpeggio e natura
Bitto DOPAlpeggio e natura
CONSORZIO PER LA TUTELA DEI FORMAGGI BITTO E VALTELLINA CASERA
Consorzio per la Tutela dei Formaggi Bitto e Valtellina Casera opera dal 1995 in provincia di Sondrio per difendere l'unicità dei due formaggi DOP valtellinesi, tutelarli da qualsiasi imitazione e promuoverli sul mercato nazionale ed internazionale. E lo fa grazie ad una serie di scrupolosi controlli sull’intera filiera. I soci del Consorzio, che appartengono alle due filiere produttive sono 165 tra allevatori, produttori e stagionatori, piccole e grandi aziende zootecniche, latterie di paese e moderni caseifici. Dal 1996 Valtellina Casera e Bitto hanno conseguito la DOP: la loro produzione segue ritmi, saperi e regole ben precise dettate dai disciplinari di produzione, a garanzia dell’origine e dell’unicità di questi formaggi. L'ente certificatore a garanzia del consumatore è dal 1998 il CSQA di Thiene.
#Followus su #formaggidopdivaltellina e su www.ctcb.it
Nicoletta Curradi
Merano per #imperialiste. Il clima mediterraneo, eccezionalmente mite, con oltre 300 giorni di sole all’anno, un’immagine di bien vivre immutata da oltre 200 anni, un’invidiabile effervescenza culturale, lo shopping di alto livello e la facile raggiungibilità rendono Merano, da sempre, un luogo di soggiorno amatissimo per tantissimi ospiti; dall’Imperatrice Elisabetta d'Austria (la principessa Sissi) nel 1870, Franz Kafka nel 1920 alla gallerista americana Peggy Guggenheim, giunta a Merano nei primi anni ’50 per esporre opere di Pollock, Guttuso ed Ernst.
Ed è proprio qui, nel cuore di una delle più belle ed eleganti città dell’Alto Adige, che nel 2010 si realizza l’idea di un luogo unico e senza tempo, sempre nuovo ma fermamente ancorato alla sua essenza: il Boutique & Design Hotel Imperialart. Un concetto innovativo, nato dall’estro creativo della coppia di albergatori appassionati d’arte Alfred Strohmer e Jutta von den Benken. Certi delle grandi potenzialità offerte dall'edificio e affascinati dalla sua storia, decisero di dare vita a qualcosa di unico per la città, radicato al genius loci.
Si inaugura così il primo ed effettivo „Hotel d’arte“ dell’Alto Adige, realizzato in collaborazione con la direttrice della galleria d'arte contemporanea „Kunst Meran/o arte“.
La decisione di affidare la realizzazione a 3 artisti meranesi e 1 Fashion Designer, senza porre loro vincoli o limiti è stata la parte più coraggiosa. Elisabeth Hölzl, Ulrich Egger e Marcello Jori, artisti locali di fama internazionale, hanno operato un completo rifacimento degli interni del palazzo senza però modificare la facciata in stile Liberty del 1899 e la scalinata interna.
Le 12 alcove raccontano la storia di Merano tra passato e moderno: spaziano dai 25 ai 40 mq e sono uniche, vere e proprie opere d’arte in un ecosistema ricettivo che non si prende troppo sul serio. L'ingresso dell’hotel si apre su una strettissima passerella-corridoio che porta al “più piccolo ricevimento del mondo”. Una parete vetrata affianca il vivace locale, che una volta ospitava il Cafè Imperial, oggi CoffeeArt e parte integrante dell’hotel. Non c'è bisogno di essere un ospite della struttura per fermarsi a bere un drink. Altrettanto, gli ospiti dell’Imperialart Hotel godono del privilegio di potersi confondere con la gente del posto per la prima colazione, servita appunto in mondo non convenzionale al CoffeeArt. Soggiornare in queste originali abitazioni permette di sperimentare la sensazione di dormire in un’opera d'arte e a fare la differenza non sono le stelle che caratterizzano l’hotel stesso ma le opere stesse: così, ogni stanza si veste di magia.
Si spazia dalla scelta del cristallo quale fonte di energia di Marcello Jori (www.marcellojori.it), nato a Merano nel 1951, vive a Bologna e negli anni ‘80 è stato tra i fondatori del „Nuovo Fumetto Italiano“: con un cielo stellato blu notte che porta verso l'infinito dell’universo (camera 23), nella camera 11 le parti bianche con cristalli incisi irradiano pace profonda e creano un ambiente minimal molto elegante. L’oro della stanza 12 carica e dona energia e grazie al soffitto altissimo si percepisce un forte senso di libertà. La camera 32, invece, è decorata con intarsi di figure misteriose e mobili dalle forme curiose. Un’enorme vasca da bagno posizionata nel centro della camera invita al relax circondati da colori e forme che inducono alla riflessione. Jori firma le camere 11, 12, 23 e 32.
Elisabeth Hölzl, nata a Merano nel 1962 (www.elisabethhoelzl.com) ha studiato all’Accademia d’arte di Bologna e ha lavorato a New York e all’Havana; ha voluto ispirarsi a tre edifici meranesi del secolo scorso, il Cafè Imperial, l’Hotel Bristol degli anni ‘50 e le vecchie terme di Merano degli anni ‘70, abbinandoli a soluzioni di design moderno. Nella camera 31 si trovano, per esempio, gli sfarzosi arredi originali dell'ex Hotel Bristol insieme a una contemporanea parete in calcestruzzo a facciavista (priva di intonaco) che contrasta con l'insieme retrò dell'ambiente, reso attuale da una vasca Jacuzzi. Amante dei luoghi segnati dalla fugacità, nella camera Imperial combina le „tulip chair“ di Eero Saarinen, originali dell’epoca, alle moquette morbidissime dai toni rossi, lilla e rosa. Una full immersion negli anni ‘70. Le vecchie terme di Merano, invece, rivivono nella Penthouse Suite con poltrone degli anni ‘60, una carta da parati che riproduce il lampadario in vetro di murano della vecchia sala conferenze e una vasca Jacuzzi sulla terrazza con vista sulle Terme di Merano. Hölzl firma le camere 21, 31 e 41.
Ulrich Egger, nato a San Valentino alla Muta nel 1959, (www.ulrichegger.com) ha concluso i suoi studi di scultura presso l’Accademia di Belle Arti a Firenze e si presenta con un design industriale puntato sul legame fra arte e architettura. Nelle camere da lui progettate si miscelano quindi immagini artistiche e materiali come ferro, filo e legno. Ogni stanza ha una particolare attenzione alle luci e alla sua funzione di trasportare l'oggetto che la contiene in arte che porti la mente a spaziare. L’esterno permea l’interno sia con fotografie sia con immagini reali che permettono di raggiungere mondi lontani. Sulla terrazza panoramica del Paradise-Loft 42 si trova, inoltre, un angolo relax con grande vasca Jacuzzi, sdraio per prendere il sole e vista senza pari a 360° su Merano. Egger firma le camere 22, 24, 33 e 42.
Nicoletta Curradi
Riparte da Firenze il mondo del turismo d'alta gamma, con più di 200 hotel, agenzie di Destination management ed esperienze italiane d'eccellenza del campo dell'accoglienza che si presentano a oltre 150 fra i più importanti buyer internazionali del settore, travel advisor che operano sull'alta gamma. E' Duco Italy, l'evento turistico di alto livello che torna nel capoluogo toscano dal 19 al 22 luglio, ospitato in alcuni degli hotel più prestigiosi della città: Four Seasons Hotel Firenze, The St. Regis & The Westin Excelsior Florence, e Villa la Massa. E altri hotel di lusso fiorentini sono protagonisti: fra questi Helvetia&Bristol, Villa Medici, The Place, Savoy, Villa San Michele, Villa Cora, Lungarno Collection.
Il terzo evento annuale di Duco Italy, ideato da Carolina Perez, offre una piattaforma di incontro ad albergatori e fornitori di servizi italiani, rappresentanti del più alto livello di esperienze di viaggio italiane: hotel di catena e indipendenti, di montagna, di mare, di campagna e di città, con 17 regioni italiane rappresentate da sole strutture 5 stelle superselezionate. La kermesse fiorentina è l'occasione privilegiata per l'incontro con ospiti speciali dell'industria dei viaggi di fascia alta, un gruppo elitario di consulenti di viaggio e opinion maker principalmente dai mercati di lingua inglese, ma anche giornalisti e influencer.
"Prevedo un evento con un grande valore emotivo per tutti, un momento unico per celebrare quello che gli italiani chiamano 'Il Rinascimento del Turismo'", sostiene Perez in un'intervista rilasciata a Df, il magazine del Destination Florence Visitors & Convention Bureau. "Ogni luogo scelto per ospitare gli eventi Duco - afferma l'ideatrice dell'iniziativa - incarna lo spirito italiano con storia, arte e bellezza, facendo emergere emozione, curiosità ed entusiasmo per quello che verrà dopo, perché ogni giorno c'è un nuovo scenario da scoprire". L'obiettivo comune è la ripartenza del settore dopo la grave battuta d'arresto del Covid-19. Prima della pandemia, nel 2019, il valore stimato delle vendite al dettaglio della ricettività di alta gamma in Italia era di 8 miliardi di euro, grazie alle circa 6.600 strutture alberghiere del segmento, che rappresentano circa un quarto dell'offerta alberghiera di lusso a livello europeo. E la scelta di Firenze per l'evento targato Duco Italy non è affatto casuale, anche perché in città la capacità degli hotel a 4 e 5 stelle rappresenta oltre il 60% dell'offerta ricettiva alberghiera cittadina.
"Il ritorno di Duco a Firenze, dopo i successi delle edizioni fino al 2019 e la pausa forzata del 2020, è un segnale importante per la ripartenza del turismo", afferma Federico Barraco, presidente del Destination Florence Convention & Visitors Bureau. "Fra i nostri obiettivi strategici, condivisi con il Comune di Firenze - sostiene -, c'è l'incremento del turismo ad alta capacità di spesa in città: in questo senso un evento B2B di alto livello come Duco rappresenta un'opportunità straordinaria, offrendo ai travel advisor dei principali mercati turistici mondiali un incontro con le nostre eccellenze nel campo dell'accoglienza".
"Duco è un evento che abbiamo supportato fin dal giorno zero - ricorda Carlotta Ferrari, direttrice del Destination Florence Convention & Visitors Bureau - quando Carolina lo venne a proporre ai principali alberghi 5 stelle. E' un evento che ci vede impegnati a fondo non soltanto come sponsor, ma anche come facilitatori con le istituzioni e con le imprese locali che ruotano attorno alla realizzazione di questa iniziativa, nella quale crediamo moltissimo e sulla quale investiamo moltissimo".
Il tema dell'edizione 2021 è Duco Appetito: un concept che celebra l'eccellenza gastronomica italiana, e la presenta ai buyer della kermesse con un menù delle due serate di gala che porterà la firma di chef stellati. L'antipasto e il primo sono affidati a Nicola Laera (La Perla, Corvara), il secondo ad Andrea Migliaccio (Capri Palace Jumeirah, Anacapri), e il dolce a Enrico Bartolini (L'Andana, Castiglione della Pescaia).
"Il settore del lusso dovrebbe essere il primo a ripartire", sostiene il presidente di Enit Giorgio Palmucci. "Esperienze personalizzate e ricche di ogni possibile comfort - osserva - fanno sì che il luxury travel avrà un’impennata nel corso degli ultimi anni anche per i nuovi trend dettati dalla pandemia e saranno di incentivo per richiamare nuovamente i big spender che hanno, come tutti, voglia di tornare a viaggiare e godere delle bellezze dell'Italia".
"Dopo un anno e mezzo difficile - osserva Massimiliano Musto, direttore di Four Seasons Hotel Firenze - e in un momento in cui finalmente, anche grazie alla campagna vaccinale, riusciamo a vedere un aumento di arrivi turistici a Firenze, non potremmo essere più felici di poter accogliere di nuovo una manifestazione di tale importanza per la città come Duco Italy. Adesso per noi strutture che operano nel mondo del lusso è il momento di concentrarsi ancora di più sugli ospiti, creando per loro esperienze personalizzate e curate nei minimi dettagli, coccolandoli e facendoli sentire come a casa, anche se immersi in ambienti meravigliosi".
"Il nostro auspicio - dichiara Stefano Venturi, general manager di Villa la Massa - è che Duco Italy ci permetta di attivare, visto che siamo a Firenze, una sorta di 'Rinascimento turistico' sulla città. La stagione è iniziata in maniera lenta, ma ci sono segnali positivi per questo mese di luglio, anche dal mercato arabo, e speriamo possano continuare in agosto e settembre. Villa la Massa ha riaperto quest'anno per la stagione dopo una ristrutturazione importante, con nuove camere, nuove suite, e un layout degli spazi esterni diverso con una nuova piscina, e un nuovo ristorante a bordo piscina".
"Con Duco Italy riprende quell'attività di pubbliche relazioni con i key partners che per noi è fondamentale - afferma Domenico Colella, direttore generale del The St. Regis & The Westin Excelsior Florence -, e questo è il primo evento importante dopo 15 mesi di sostanziale inattività a causa della pandemia. I segnali che abbiamo sono positivi: sono fiducioso e ottimista, anche se non entusiasta, perché non è scontato per tutti viaggiare e arrivare in Italia. Ma già ora la voglia c'è, si stanno muovendo in questo senso gli Usa che sono il mercato principale per Firenze, e possiamo aspettarci una ripartenza molto importante dei flussi per marzo-aprile 2022".
Per il terzo anno Toscana Promozione Turistica è main sponsor dell’evento e Francesco Tapinassi, Direttore dell’agenzia della Regione Toscana, sottolinea l’ importanza di questo appuntamento rivolto ai buyer internazionali: “Si tratta di una grande opportunità dove la Toscana si conferma crocevia di esperienze ed attrattore turistico dei principali mercati di fascia alta. Una destinazione che, grazie al dinamismo dell’offerta proposta, intercetta le richieste di questo settore, un segmento turistico in crescita, conquistando gli obiettivi dei luxury traveler. Sosteniamo l’organizzazione di Duco, insieme ai principali operatori del settore, rafforzando gli elementi che ci caratterizzano come una delle mete più importanti del mondo. Quest’anno il tema scelto come filo conduttore del programma è “Appetito” e per questo abbiamo deciso di presentare anche il progetto Vetrina Toscana, best practice a livello europeo, per la promozione dell’eccellenza delle produzioni e degli operatori toscani”.
“Un'edizione speciale - ha spiegato l'assessore al Turismo del Comune di Firenze Cecilia Del Re - che rappresenta un momento in cui il turismo può ripartire in città e rinascere. Una manifestazione che da anni Firenze ospita e che vuole continuare ad accogliere, perché punta a quel turismo di qualità che tiene insieme strutture di eccellenza come quella in cui ci troviamo adesso. Sono un biglietto da visita importante per la nostra città, per chi vuole venire a visitarla e chi vuole accompagnare la ripartenza dei flussi turistici. Ci ritroveremo la prossima settimana con ospiti che verranno a Firenze da tutto il mondo. La nostra città in questo periodo di grave crisi sanitaria, economica e sociale non è stata ferma. Troveranno un'offerta più ampia e varia che coinvolte tutta l'area metropolitana con delle attrattive che, grazie anche al sostegno della Regione Toscana, potremo valorizzare per quel turismo sostenibile a cui puntiamo per questa rinascita.”
Destination Florence Visitors & Convention Bureau è un partner molto importante e un sostenitore dal 2016, quando sono venuta per la prima volta a Firenze per condividere la mia idea di Duco con amici albergatori e sono stata presentata a Carlotta Ferrari. Carlotta e il suo team sono stati fantastici e instancabili nel trovare soluzioni per Duco, sostenendo il nostro rapporto con il Comune di Firenze e collegandoci con le venues e i fornitori di Firenze. La tendenza è quella di un minor numero di viaggi e di soggiorni più lunghi, approfondendo le esperienze: i viaggiatori cercheranno momenti più significativi e di auto-realizzazione
Nicoletta Curradi
L’Uliveto Roof Garden per le serate in terrazza con buon cibo,
musica e intrattenimento
Grande successo dell’estate romana sui tetti per L’Uliveto Roof Garden dell’Hotel Diana, una vera e propria oasi di pace con le sue ampie terrazze, il verde delle piante e dei fiori e una vista su Roma a 360°.
Un giardino a cielo aperto dove potersi rilassare nell’arco della giornata: per il mese di luglio e agosto è aperto tutti i giorni la mattina dalle 7.30 alle 11.30 per una colazione e la sera dalle 18.00 alle 24.00 per un aperitivo o una cena a lume di candela, nella tranquillità di uno spazio en plein aire in totale sicurezza.
Musica dal vivo e piccoli momenti di intrattenimento accompagneranno le proposte dello chef Alessandro Pinca, che ripercorrono la tradizione, realizzate con prodotti freschi del territorio.
Oltre ai grandi alberi di ulivo, da cui prende ispirazione il nome della terrazza dell’Hotel Diana, L’Uliveto Roof Garden è caratterizzato da piacevoli sedute, salotti e aree private, tra le quali spicca la torretta privata, ideale per serate romantiche in assoluta privacy.
«Ci siamo impegnati per riaprire con tutte le attenzioni del caso proprio per poter offrire ai romani un salotto nel verde, dove trascorrere momenti di serenità e siamo felici di vedere i nostri sforzi ripagati», dichiara Caterina De Angelis, proprietaria insieme ai fratelli Stefania e Carlo De Angelis dell’Hotel Diana di Roma, che ospita al 7° piano l’Uliveto Roof Garden.
Per una serata romantica, per una cena tra amici o per un momento da celebrare, l’Uliveto Roof Garden, a pochi passi dal Teatro dell’Opera, propone diverse soluzioni, compresa la magia della torretta privata, con la calorosa accoglienza della proprietà, la cucina dello chef Alessandro Pinca e drink creati dal barman Alì Frozau.
Per informazioni e prenotazioni: www.lulivetoroofgarden.it
via Principe Amedeo 4 - 00185 Roma
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Nicoletta Curradi
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